La giornata di ieri è stata difficile per il quartiere, a causa di presenze che si sono imposte, col mero scopo di consumarlo, senza mostrare alcun rispetto per le persone che vi abitano.
Nel pomeriggio, una fotografa ha pensato bene di fare una foto di nascosto a una sex worker. Quest’ultima, come è giusto che sia, si è autodifesa. Ma ci chiediamo per quante volte ancora le persone che vivono qui devono continuare ad avere a che fare con presunt* professionist* della cultura che vengono a fare spedizioni di stampo coloniale alla ricerca dell’esotico? Per quanto ancora si vorrà vendere e speculare sull’immagine del quartiere, proiettando i propri immaginari assistenzialistici, pietistici o multiculturali, fregandosene dei diritti di chi vi abita?
Ce lo chiediamo nuovamente, anche considerando che chi pensa di fare iniziative per il quartiere continua a farlo mettendo in pericolo e impoverendo chi vi abita. In serata, infatti, si è tenuta una presentazione di un libro sulla lotta alla mafia. Le stradine di San Berillo si sono riempite di auto blu e poliziotti in borghese, costringendo le persone che vi lavorano e sopravvivono nel quotidiano ad andarsene. Rendendo quindi il quartiere vuoto e impedendo ai commercianti e lavoratori/trici del posto di potere portare a casa i fondamentali soldi della giornata.