Sono arrivati all’alba, come ci avevano già abituati molte volte in questi anni. Un’operazione spettacolare, “interforze” l’hanno chiamata; c’erano tutti, polizia, carabinieri, nas, ris, ros, finanza, nettezza urbana; hanno bloccato l’intero quartiere, coadiuvati da un elicottero. Hanno iniziato a sfondare porte, entrare nelle case, chiedere documenti, minacciare, cercare droga, armi e chissà quali altri oggetti delle loro fantasie erotiche. Hanno distrutto con le ruspe tutti i bar autocostruiti che in questi anni hanno animato il quartiere; poi si sono messi a murare il rudere al centro del quartiere, intorno al quale erano stati costruiti i bar. È arrivato il sindaco Trantino a dire “l’illegalità non ha campo libero” e facendo menzione ad alcune, secondo lui, buone forme di integrazione presenti in quartiere. Ci ritorniamo tra poco, ma andiamo con ordine.
Dalle prime notizie, sembrerebbe che gli eroi della legalità non abbiano trovato altro che pericolosissime scarpe contraffatte (nei video pubblicati dall’organo di regime questurino CataniaToday si possono osservare molti colleghi che indicano scarpe, pensando a quanti regali potranno fare a natale), un po’ di droga (chi l’avrebbe mai detto), e, soprattutto, un sacco di monnezza (come se nel resto nella città non ci fosse). Insomma, poca cosa. Tre domande emergono allora: cosa vogliono veramente? Perché proprio ora? Perché questa spettacolarizzata militarizzazione?